Dentro la casseruola il profumo nasce piano, come un mattino d’inverno che si scalda lentamente. La cipolla gialla sfrigola nell’olio d’oliva, l’aglio rilascia il suo fiato sottile, e timo, rosmarino e alloro riempiono la cucina di un respiro antico, da casa abitata e viva. Le verdure, tagliate con pazienza, si lasciano andare al calore: carote che diventano dolci, patate che si ammorbidiscono, sedano rapa che diffonde la sua nota terrosa, biete e cavolo nero che profumano la stanza come un orto bagnato, cavolfiore che si frange in piccoli passi di neve, e quel tocco di pomodoro che lega tutto con discrezione. Quando tutto è dorato e fragrante, i cubetti di ghiaccio cadono nella pentola come grandine d’estate: lo shock ravviva i sapori, li fa vibrare. Il brodo vegetale, preparato in casa, abbraccia il resto. Un’ora e mezza di fuoco lento, poi le lenticchie rosse decorticate portano cremosità e calore. Nel piatto, se lo si desidera, un cucchiaio di miso rosso chiude l’opera con un gesto semplice, profondo.