Le lenticchie secche hanno bisogno di un gesto antico: l’ammollo. Immerse nell’acqua per qualche ora, si distendono, perdono le sostanze antinutrizionali tipiche dei legumi secchi e tornano morbide come semi che ricordano la terra. Quando l’acqua si intorbidisce va buttata via, perché con lei se ne vanno le tossine e i sapori duri. In padella, l’olio sfrigola generoso, la cipolla si scioglie, l’aglio profuma e il rosmarino apre il suo respiro balsamico. Le lenticchie entrano così, scolate e vive, e prendono colore. Poi parte una cottura lenta, da risotto contadino: un mestolo di brodo vegetale alla volta, il tempo che si allunga, la padella che canta. Quando sono morbide, il sale trova posto e un tocco di salsa di pomodoro chiude tutto con una pennellata rossa e calda.